Non ci sono strade, non ci sono teorie, così salgo, un passo dopo l'altro, lungo le mulattiere ripide. L'unica pianta riconoscibie è l'erica. Guardo giù. L'isola non ha insenature, per questo è difficile attraccare, per questo motivo si rimane facilmente bloccati. Per questo motivo, forse, per tutto il medioevo l'isola di Alicudi restò disabitata.
Salgo, supero muri a secco, terrazzamenti, muli marroni stracarichi che si inerpicano verso le case distribuite sulla salita, le case si trovano solo sul versante orientale. Ad Alicudi non si va da nessuna parte, o si sale o si scende. Il vento soffia dal mare, le brezza prima scompliglia il mare, poi prende a salire, scala la parete. Il vento porta il rumore delle onde che rovistano la costa, il gorgogliare della risacca. Alicudi è un grande e unico vulcano muto, la vita è scandita solo dal traghetto che arriva e riparte. Qui finisce il mondo...
Francesco Longo, Il mare di pietra. Eolie o i 7 luoghi dello spirito