Sicuramente dovrebbero togliersi le vetrine imbellettate, ricordo che la prima volta che sono entrata all'Argentina avevo 18 anni ed ero al mio primo hanno di università nel 2001, dopo un'iniziale capogiro dato da luci, bellezza, magnificenza ho pensato che quel teatro non mi sarebbe mai appartenuto perché anestetizzato, fatto di abbonamenti soporiferi e soprattutto era/è sordo, sordo alla sperimentazione, sordo alla strada così incastonato in cartelloni privi di fragilità, giovinezza ed entusiasmo.
Caro Sergio credo che il teatro dovrebbe partire dalle merende che la signora Piccotti (Signora che abita a pochi metri dal teatro Quarticciolo) portava in teatro, perché scoperto TBQ scoprì la bellezza della comunità, la bellezza di avere un luogo istiuzionalizzato aperto ad incontrare: la signora Piccotti, i ragazzi dei laboratori teatrali da Costituzione a Città di parole, alle piccola ma intensa comunità di Tracciati di viaggi, le persone hanno bisogno di incontrarsi e di avere la possibilità di crescere.
Molto di quello che ho imparato lo devo ad un incontro durante il servizio civile, con Sabina. Lei ha mediato e fatto incontrare un ibrido semisapiente come me, con tante persone che ritengo ora i miei maestri: Barbara Della Polla, Massimo Talone, Ninni Bruschetta, Veronica Cruciani. E grazie a TBQ ho imparato, imparo che i teatri devono essere gestiti da menti piene di bellezza, e non di cagnolini rabbiosi che poi del teatro non apprezzano nulla. E che bisogna lottare per renderli liberi.
Ho considerato TBQ una casa-una palestra per la mia mente e per la mia anima, poi hanno deciso di far diventare i teatri di cintura dei ripostigli, ma siamo tanti a credere e a vedere le pontenzialità. Quello che mi chiedo e perché chi ha fatto il 68 non aiuti noi nati nell'81 a resistere insieme! Le nuove generazioni hanno bisogno solo di una piccola spinta, non siamo del tutto perduti ma voi che dovreste prenderci per mano almeno per un attimo state rinunciando alla bellezza della vostra giovinezza e noi quasi trentenni ci svegliamo in un mondo censurato.
Vedete noi non abbiamo un Bartolucci...