A Marco Polo devo il viaggio
il fascino della ricerca e l’avventura,
alla TV il programma
che lascia spazio al mondo nella stanza,
al sole il caldo afoso ed umido,
alla luna la serata il sonno,
alla fantasia l’immagine
che porta il corpo altrove,
lungo le rive del fiume
fra il deserto e la foresta
in mezzo all’Asia o all’Africa,
nell’emisfero australe,
pigro, solitario, assorto,
dimentico del giorno che è passato,
proiettato nel film della mia vita,
di un’altra vita, della vita di un altro
e sento musica, spettacolo, teatro
e allora corro, viaggio, volo
la gamba dolorante,
l’elmo in testa,
vaporoso, estatico, solerte.
Romano Meuti