un bell'esempio di buona pratica di lavoro laboratoriale e teatrale, in relazione creativa con il territorio
testo Ferdinando Vaselli e Veronica Cruciani
Compagnia Veronica Cruciani
con la collaborazione alla regia Alessia Berardi
musiche originali Sebastiano Forte
assistente alla regia Fiona Sansone
costumi Barbara Bessi
disegno luci Gianni Staropoli
con Veronica Cruciani, Alessia Berardi, Marianna Arbia, Consuelo Cagnati, Elena Chiattelli, Elisa Di Stefano, Giulia Galloni, Andrea Loreti, Mauro Marchetti, Lucia Mattei, Andrea Panichi, Paolo Quintiliani, Giulia Scatà
Protagoniste assolute dello spettacolo, le testimonianze e le storie raccolte che, oltre a costituire la base del lavoro su cui la regista Veronica Cruciani e i partecipanti al laboratorio hanno creato i testi teatrali dello spettacolo, rappresentano la storia del quartiere in cui le persone vivono e in cui vita reale e sogno si incontrano, talvolta confondendosi. Lo spettacolo è la continuazione di Nozze di Borgata (che ha debuttato lo scorso giugno), come spiega Veronica Cruciani: "lo integra e lo arricchisce perché ne rappresenta la prima parte. Ma mentre Nozze di Borgata parlava delle radici del Quarticciolo, ovvero la sua storia più antica narrata dagli anziani, Città di parole porta sul palcoscenico tematiche contemporanee perchè connesse alle nuove generazioni, come il linguaggio mutuato dalla televisione e da internet, o come la massiccia presenza di rumeni sul territorio, oppure come i pendolari che arrivano da Zagarolo e da Cave". Partendo dalle parole dei protagonisti, pendolari, studenti, professori, abitanti, è stato possibile rintracciare un patrimonio d'informazioni che contenesse la memoria del passato e l'esperienza del presente, offrendo così ai giovani la possibilità di accrescere le proprie conoscenze ed esprimerle creativamente, agli anziani la possibilità di valorizzare le proprie memorie. "In questo spettacolo la realtà è importante, il quartiere, la scuola, gli immigrati, i pendolari -continua la regista Cruciani- attraverso il metodo dell'intervista abbiamo scandagliato quelle realtà che si fa fatica a vedere e raccontare. Abbiamo scoperto luoghi e storie dimenticate, ascoltando il vissuto del territorio: giovani, casalinghe, pensionati, stranieri. Attraverso le narrazioni di chi in questi luoghi ci ha vissuto, abbiamo gettato uno sguardo sul quartiere e sulle periferie, ma soprattutto sulle dinamiche che legano il centro e la periferia, la città e i comuni della provincia di Roma." Sul palcoscenico una vecchia foto in bianco e nero. I protagonisti appaiono come dentro un ricordo lontano, ma ancora vivissimo. Un gruppo di persone immobili pronte per essere immortalate raccontano le vite, le storie e i ricordi.