Un progetto di Sabina de Tommasi per il Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma

Il progetto si è sviluppato da febbraio a maggio 2010.
Questo blog è stato creato per riportare le varie tappe dei laboratori;
elencare le bibliografie costruite insieme ai partecipanti; mostrare foto e video;
dare modo di ascoltare la lettura dei brani scelti.

Dal 25 luglio al 12 agosto 2010 ha accolto alcune riflessioni e provocazioni sul tema dei teatri di cintura e in generale sul lavoro teatrale e culturale decentrato.
Ora vuole segnalare curiosità, percorsi di lettura, suggestioni, appuntamenti, tracce originali dei nostri viaggi. Mandate i vostri suggerimenti a tracciatidiviaggi@gmail.com

La serata di lettura condivisa di quest'anno al Teatro Biblioteca Quarticciolo si è tenuta il 21 aprile 2011. Titolo STORIE MINIME.



venerdì 30 luglio 2010

il contributo di Silvio Bastiancich...

Condivido la riflessione di Stefania e aggiungo:

Il DRAMATURG

Gli echi dei primi fermenti del movimento del '68, accompagnati dalle prime espressioni significative del teatro sperimentale, avevano trovato un segno compiuto nel cosiddetto Mani...festo di Ivrea; si denunciava lo stato di degrado del teatro italiano dal punto di vista politico, organizzativo e soprattutto dei linguaggi. Gli artisti cercavano nuovi modelli di creazione culturale. L'effetto concreto di questa ricerca sfocerà nell'intervento diretto nel corpo vivo della società: un laboratorio permanente punto d'incontro della collettività - un teatro senza pareti - nel quale doveva essere eliminato qualsiasi diaframma tra palcoscenico e platea.
La forma della autogestione, attraverso la creazione di cooperative culturali, si rivelerà lo strumento attraverso cui gli attori assumeranno il controllo totale del proprio lavoro: parità di diritti e di doveri, partecipazione di tutti alle scelte artistiche, culturali, economiche e organizzative e alla loro realizzazione.
Un'esperienza che ha dato agli artisti di quella generazione l'opportunità di sperimentarne una nuova 'scrittura scenica unitaria' nella quale i vari elementi che contribuivano alla sua attuazione (scrittura drammaturgica, regia, interpretazione, scenografia, musica, luci, spazio scenico e architettura) si ricomponevano in un unico insieme. Un progetto che prevedeva il 'teatro come servizio pubblico' capace di modificare il processo di promozione, distribuzione e diffusione del prodotto teatrale anche attraverso una radicale riforma delle strutture organizzative.
Anche da questa esperienza nasce la professione del dramaturg. Dramaturg è l'arte del mettere in relazione i luoghi, i territori, le persone più diverse. Una professionalità basata sulla visione di una drammaturgia espansa che, a partire da una riflessione più strettamente legata alla messa in scena, si amplierà fino a introdursi in maniera virale in altri territori apparentemente e non direttamente collegabili all’area di azione della drammaturgia stessa dove il dramaturg si materializzerà in un altrove cangiante. Un pensiero e una pratica dove interverranno anche scrittori, progettisti, traduttori, urbanisti, musicisti, curatori, cineasti, disegnatori di fumetti, programmatori fino ad arrivare a figure professionali che si occupano dell’amministrazione della città. Arte del network e del collettivo dove grande importanza sarà data alla necessità continua di creare spazi del pensiero, spazi fisici, spazi della rete. Dove ogni luogo, qualunque luogo, è importante e ricco di possibilità. Conseguentemente ogni persona è unica e irriproducibile. In una quotidianità che fa dell’arte dell’ascolto una pratica indispensabile.